
Un nuovo modello di social housing per far fronte all’emergenza abitativa, che trasformi i punti deboli di un sistema in punti di forza: è il progetto, presentato nei giorni scorsi a Roma, lanciato da ministero delle Infrastrutture, Cassa depositi e prestiti, Abi e Ance, Associazione nazionale costruttori edili.
L’idea portante del progetto è sfruttare gli immobili inutilizzati detenuti in garanzia dalle banche per offrire casa a chi non ce l’ha. Un piano che così eviterebbe ulteriore consumo di suolo, mentre al contrario favorirebbe la riqualificazione di aree altrimenti dismesse o degradate e rivitalizzerebbe beni non più redditizi. Questa misura si affiancherebbe peraltro alle nuove azioni sulla casa annunciate dal viceministro per le infrastrutture, Riccardo Nencini, nello stesso convegno: un Piano casa da 400 milioni di euro, di cui 150 pubblici, che rimetterà sul mercato 20mila alloggi per le categorie sociali più fragili.
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Questo il modello per il social housing, in sintesi.
→ Le imprese di costruzione, d’intesa con la banca e con il coinvolgimento di soggetti istituzionali come il Fondo FIA di Cdp Investimenti Sgr, propongono una valorizzazione di uno o più di questi immobili.
→ Se l’operazione è valida sotto il profilo dell’equilibrio economico finanziario, gli immobili passano nella disponibilità di fondi immobiliari (Fondi Target), specifici per ciascuna banca.
→ Questi fondi, partecipati da Cdp Investrimenti Sgr, formuleranno offerta alla banca e all’impresa costruttrice e si occuperanno del completamento degli interventi edilizi, ove necessario, e della gestione.
Il coinvolgimento del Fondo Fia garantirà, nelle intenzioni del Ministero, la valorizzazione degli immobili a favore del social housing. Verranno inoltre coinvolte coinvolgono le imprese di costruzione nei processi di trasformazione urbana di aree che rischianol’abbandono e il degrado, riattivando così un settore in pesante crisi.
Il progetto prevede anche la possibilità di valorizzare gli immobili pubblici in ottica di social housing facendo ricorso alla concertazione con i soggetti pubblici in modo da ridurre il rischio per gli investitori privati. I modelli ipotizzati sono il project financing o l’intervento di fondi immobiliari, prevedendo, in tal caso, fin dalla gara iniziale, il coinvolgimento del promotore costruttore.
“Recuperare l’invenduto per realizzare social housing è una prima proposta, ma per realizzarla servono condizioni fiscali favorevoli”, ha dichiarato Paolo Buzzetti, presidente Ance, aggiungendo che bisogna “puntare su una partnership tra pubblico e privato per attirare capitali e riqualificare le periferie, in questo modo si combatte il degrado delle nostre città e allo stesso tempo agevolare la ripresa del settore dell’edilizia”.
PROGETTI DI SOCIAL HOUSING